Siamo su un'astronave e dobbiamo fare ritorno a casa base, tenendo sotto controllo l'astronave compiendo piccole mansioni. C'è un problema: ci sono degli impostori tra di noi che vogliono impedircelo.

Among Us è un gioco da 4-10 giocatori tra cui si nascondono da 1 a 3 impostori, selezionati casualmente dal gioco all'inizio della partita. L'obiettivo è quindi diverso per i due gruppi: i membri dell'equipaggio devono risolvere le mansioni nel più breve tempo possibile, gli impostori devono uccidere tutti gli altri o rendere fuori uso la nave. L'equipaggio può chiamare però meeting di emergenza durante i quali discutere, stabilire gli alibi per gli omicidi e soprattutto tentare di capire chi sia l'impostore per gettarlo nello spazio profondo.

WOW. Posso iniziare una recensione in questo modo? Riassume pienamente il mio pensiero dopo aver visto per la prima volta in una live Twitch di Matt Aster (il DM di Luxastra, del team di Inntale, per intenderci) e me ne sono innamorata nel giro della partita di prova. MAGICO. Anche provandolo personalmente in piccolo gruppo è veramente divertente, perché le partite durano veramente poco e ti permettono anche di chiacchierare tranquilli e di socializzare. Per quanto riguarda il gioco in sé, entrambi i ruoli non sono semplici, il sospetto è ovunque. Bisogna essere in grado sia di mentire benissimo per sopravvivere alle discussione, evitare di essere visti e, nel ruolo opposto, indagare e avere gli occhi ovunque, perché le mansioni sono terribili dal punto di vista dell'attenzione, focalizzano e non ti fanno rendere conto di quello che c'è attorno. Certo, bisogna avere la chat di gruppo in vocale, perché è decisamente più comodo per discutere piuttosto che quella testuale, quindi #santoDiscord che permette di avere canali vocali. Tra le altre cose, questo è un gioco sia per PC (lo trovate su Steam a meno di 5€) sia per cellulare (gratuito ma con pubblicità tra una partita e l'altra), quindi si può giocare anche molto facilmente.
Consigliatissimo!

La famiglia Elliot si ritrova, a casua dello stile di vita dell'uomo di casa e della figlia primogenita, a dover affittare la loro dimora e trasferirsi a Bath; Anne Elliot, figlia secondogenita vista dal padre e dalla sorella maggiore come bruttina e inutile, decide di recarsi durante l'autunno e l'inizio dell'inverno a casa della sorella minore Mary, sposata a un gentiluomo loro vicino. Li vive le sue giornate in compagnia della numerosa famiglia del cognato, finchè questi non ricevono la visita del capitano Wenworth, l'uomo con cui, otto anni prima, Anne era fidanzata.

Come al solito, non mi tratterró dal scrivere spoiler, per cui siete avvisati che potreste scoprire dettagli sul libro che magari preferireste avere solo una volta letto. Cercheró di essere vaga, per quanto possibile.
Come tutti coloro che hanno letto almeno Orgoglio e Pregiudizio si rendono conto, questo libro è scritto in uno stile completamente diverso rispetto a quello solito di Jane Austen, tanto che la critica si è a lungo domanda per quale motivo fosse avvenuto questo cambiamento, poi abbandonato con la stesura di Sanditon, di cui Jane Austen riuscí a scrivere solo i primi dodici capitoli, prima della sua morte. E', questa, una cosa che mi è saltata subito all'occhio nel momento stesso in cui ho cominciato a leggere questo libro, avendo letto Orgoglio e Pregiudizio, Ragione e Sentimento, Mansfield Park, Northanger Abbey e Emma: mentre in tutti i libri precedenti lo stile è leggero, preciso, equilibrato (alcuni critici lo descrivono "solare"), Persuasione è caratterizzato da uno stile decisamente opposto, cupo, ansioso, "notturno" per alcuni critici. Pur rimanendo, ovviamente, sempre e inequivocabilmente Jane Austen. Lo stile con cui è scritto è uno dei motivi che rendono questo libro uno dei miei preferiti e, sicuramente, quello che amo di piú tra i libri di Jane Austen, benché sia anche il piú sconosciuto.
Un altro fattore che mi fa tanto amare questo libro è la crescita di Anne, o meglio il suo rasserenamento sulla sua condizione, su quello accaduto nel passato e sul trascorrere del tempo. Anne è Persuasione, come ha scritto la traduttrice Anna Zazo nell'edizione che ho letto, ed è proprio così, perché tutto avviene dal suo punto di vista, lei è fondamentale per il libro.
Altro punto a favore di questo libro è che, diversamente dagli altri romanzi di Jane Austen, qui Anne non ha bisogno di qualcun altro per essere completa, per essere realmente se stessa, le basta essere semplicemente Anne; avrebbe potuto non sposarsi, e in ogni caso il romanzo, e la crescita di Anne con esso, sarebbero stati conclusi in modo perfetto. E poi, è anche bello che Anne, diversamente dalle altre eroine austeniane, non sposa il suo opposto, l'oscurità alla sua luce, ma qualcun altro - il nostro 'protagonista maschile', qualcuno che è completo in se stesso esattamente come lei.
E niente, non vado oltre perchè potrei davvero scrivere un poema su quanto questo libro mi piaccia, ogni piccolo dettaglio potrebbe farmi blaterare per ore. L'unica cosa che posso aggiungere è che, come tutte le volte, numerose volte, che ho letto questo libro, non sono riuscita a staccarmi finchè non l'ho terminato, e che vale davvero la pena leggerlo.

La sedicenne Gwendolyn vive con tutta la famiglia a casa della nonna, Lady Arista, dove è continuamente paragonata alla cugina Charlotte, più grande di lei di appena un giorno, e, naturalmente, esce da questi paragoni sempre perdendo. La bella Charlotte, infatti, sin da piccola è stata cresciuta dalla famiglia perché nata con un "gene speciale", di cui Gwendolyn non sa altro; quando però Gwendolyn, il giorno del suo compleanno, compie un viaggio nel tempo, arrivando nel 1912 all'improvviso, la famiglia scopre che è lei, in realtà, a possedere questo "gene speciale", il gene che consente il viaggio nel tempo. La neo sedicenne viene quindi portata alla Loggia, di cui la sua famiglia fa parte da secoli, per venire a scoprire che lei è Rubino, l'ultima di dodici viaggiatori nel tempo; affiancata da Gideon de Villiers, un altro viaggiatore del tempo noto come Diamante, Gwen si ritrova a dover capire i segreti della Loggia del conte di Saint-Germain, quinto viaggiatore del tempo e Gran Maestro della Loggia, e a indagare sul motivo dietro al furto del cartografo, oggetto che permette di regolare i viaggi nel tempo, compiuto da parte di due precedenti viaggiatori, Paul e Lucy.

Considerando che il film è stato girato per la tv, ammetto che non mi aspettavo che fosse così ben fatto!
Mi riferisco alla parte della Loggia e dei viaggi del tempo: non ho idea se questo sia perché è tratto da un libro (Ruby Red di Kerstin Gier) che ha posto ovviamente tutte le basi per il film, o se siano stati approfonditi anche altri aspetti; sta di fatto che questa parte del film mi ha tenuto con il fiato sospeso. Infatti, non l'ho trovata per niente scontata, ma veniamo a scoprire dei vari misteri della Loggia assieme a Gwen, e tutto avviene con il giusto tempo, senza fretta alcuna né sbavature; alla fine del film, siamo ancora punto e a capo, com'è giusto che sia considerato che è una trilogia, e questo è solo il primo capitolo!
La parte che però mi fa un po' venire il latte alle ginocchia è la storia tra Gwen e Gideon: scontatissima! Non mi ha stupito per niente, era banale fin dall'inizio, così come sempre succede in questi libri/film; che diventino amici ci può anche stare, chi non diventerebbe amico della persona con cui condivide un'esperienza tanto particolare quanto i viaggi nel tempo? Ma considerato che il film si svolge durante l'arco di una settimana circa... e sì, capisco perfettamente l'attrazione da parte di Gwen: lui è grande, carino, #facciadaschiaffi, universitario, e lei un'adolescente con gli ormoni a mille, quindi, da parte sua l'attrazione può anche starci. Ma lui è un universitario! Questo vuol dire che come minimo ha 19 anni, se non 20; non che mi dia fastidio la differenza di età, ma almeno andarci un po' più piano... anche perché nel film si vede che era molto preso da Charlotte, la cugina di Gwen con cui ha passato 16 anni di vita per prepararsi a quello che li aspettava, solo per poi scoprire che, toh guarda, quella "giusta" era Gwen e gettare Charlotte nel dimenticatoio. Grande tatto e sensibilità! A meno che non pensi con il cervello, ma con qualcos'altro, scusate il cinismo... Penso che il film (e anche il libro, se è così anche lì) sarebbero stati molto più interessanti da questo punto di vista se lui avesse continuato ad avere una relazione con Charlotte! Che poi, magari non era interessato a lei nel senso romantico, ma sicuramente erano molto amici, considerando che si chiamavano tutte le sere!
Eh, va beh, a parte questo (che io penso criticherò sempre in tutti i libri/film per ragazzi), è un film interessante e dovrò vedere il sequel!

Attraverso gli screen dei post di vari gruppi facebook in cui si riesce ad entrare solo dopo un procedimento lungo e difficile, Vincenzo Maisto, in arte Il Signor Distruggere, dipinge uno spaccato di realtà poco conosciuto, quello delle mamme che sono conosciute come pancine, ma che tra di loro si chiamano anche, tra gli altri, batuffole e mammucche. Tramite la descrizione di tecniche per creare gioielli, ricette "vegane", metodi contraccettivi e racconti "hot" viene raccontata la cultura di queste mamme, una cultura che risulta essere molto simile a quella degli anni Quaranta/Cinquanta, "ignorante, maschilista, bigotta, credulona e maleducata", in cui le donne risultano quindi essere in posizione molto inferiore rispetto ai mariti, posizione in cui si pongono loro stesse e di cui vanno molto fiere, con compiti ben precisi che ogni buona moglie e mamma deve rispettare.
In questo saggio si può provare ad avvicinarsi all'estremismo materno di queste donne, esplorato in diversi argomenti, dalla gravidanza alle "cose dei grandi" alla questione del "ghender".

Ho trovato questo libro abbastanza interessante, ma solo perchè è l'insieme dei vari argomenti di cui discutono pancine e mammucche e, per questo, piú facle da leggere del blog. Per il resto, non c'è davvero nulla di nuovo, neanche un'analisi, un commento piú profondo del semplice "queste sono fuori di testa" "fanno cose assurde" "non sanno l'italiano". E' come se avesse semplicemente copiato le pagine del blog per scriverne un libro, quando invece sarebbe stato per me molto piú interessante se avesse approfondito l'argomento, dato che se ne è discusso.
Altro punto sicuramente a sfavore, ma proprio tanto, sono gli screen che non sono screen, ma solo testi messi in un riquadro per differenziarli dal resto del testo. Capisco non voler infrangere la privacy di queste donne, ma era davvero cosi difficile inserire il vero e proprio screen, con i nomi anneriti, esattamente come fa sul blog? in questo modo, non ci assicura che nei riquadri siano stati trascritti i post di questi gruppi, potrebbero essere sempre inventati. Magari non tutti, visto che le ricerche su Google che propone durante la lettura sono effettivamente riuscite, ma alcune cose puó benissimo essere.
Poi, sicuramente è una lettura non male per farsi quattro risate con gli amici!