Piume d'Ottone - la Cittadella degli Scrittori


Le fanfic e i loro insegnamentiCosa ho imparato studiando miliardi di parole di fanfic online Di Cecilia Aragon

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  1. AutunnoInAgosto
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    Do il mio contributo volentieri!

    Parto - banalmente - dal fatto che Piume d'Ottone è nato esattamente per creare una comunità di scrittori amatoriali che, un giorno, magari vorranno diventare professionisti. E come è nato così PdO sono nate così altre community che ho contribuito a creare (una delle quali morta e sepolta, ma che è stata la spina dorsale di ciò che ci ha portate fino a qui).
    Io concordo in pieno con l'articolo, e sono davvero felice che sia stato fatto uno studio serio su questo fenomeno. Ciò di cui non tiene in conto è però il "rovescio" della medaglia: troll, flamer, ambienti che possono diventare tossici tanto quanto (se non di più) quelli del cosiddetto "real" (basti pensare alle numerosissime "guerre di fandom") e - dulcis in fundo - persone che approfittano del lavoro altrui spacciandolo come proprio (ogni accenno a persone tipo Giuliano Rizza non è puramente casuale).
    Purtroppo ciò deriva dal fatto che il mondo virtuale - e più nello specifico quello delle comunità creative virtuali - non è tutelato quanto dovrebbe, e che dove ci sono tantissime persone il cui scopo è arricchire la propria vita di cose che possano renderlo felice e appagato ci sono, sfortunatamente, persone che si sentono appagati solo nel bullismo.

    La visione dell'articolo la noto fin troppo rosea, ma devo anche ammettere che ci voleva: in fondo coloro che scrivono fanfiction sono a loro volta creativi, e hanno - abbiamo - trovato un mondo in cui la nostra espressione crea comunità, e - incredibile! - comunità in cui possiamo sentirci a nostro agio. Era ora che questo venisse riconosciuto.

    Ho iniziato scrivendo fanfiction, e ogni tanto ancora qualcosina all'interno di un fandom la scrivo. Furono una rivelazione per la me quindicenne che non aveva internet a casa e lo utilizzava dal computer della scuola nell'ora di educazione fisica (che saltava) e quando attendeva di iniziare il corso di teatro. Mi sentivo finalmente compresa, e potevo misurarmi con qualcosa che ho scoperto amavo fare: scrivere. Prima c'erano solo maestri e professori che ammettevano (a volte loro malgrado) che scrivevo molto bene: con EFP ho potuto farmi dare altri feedback, da persone che non conoscevo e che quindi non potevano giudicarmi "in real".
    E' stato lo stesso periodo in cui ho iniziato a giocare di ruolo, andandomi ad autoclassificare nel gruppo dei "nerd": mi sentivo - e mi sento - a casa.
    Inoltre era un modo per me - l'outsider per eccellenza, quella "strana" - di conoscere persone nuove per cui strana non ero. Mio padre tutt'ora si chiede cosa diavolo ho che preferisco le "persone virtuali" a quelle vere: è difficilissimo spiegargli che per me certe amicizie sul web sono molto più strette di quelle in real.

    Le fanfiction prima di tutto mi hanno insegnato che non ero sola o strana, e che al massimo essere "strani" certe volte era un pregio. Potrei dire che mi ha insegnato tantissime altre cose - che è vero - ma quello è l'insegnamento davvero più importante che mi hanno impartito: non sei sola e puoi accettarti come sei, e migliorarti dove non ti piaci; non essere come gli altri ci vogliono non è un fallimento, ma può essere un dono.

    Come rifiugio più che altro vedo il leggere fanfiction. Quel poco che riesco a scrivere preferisco dedicarlo a opere originali, per seguire il mio sogno di pubblicare la mia storia. Ma il rifugio c'è, è sempre lì.

    E chi più di me può comprendere quanto una comunità di scrittori amatoriali sia preziosa?
    Per questo abbiamo creato Piume d'Ottone!
     
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4 replies since 29/12/2019, 21:42   189 views
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